Storia
Sarebbe opportuno rievocare, anche se sommariamente, le note storiche sul nostro comune, anche se attraverso studi e ricerche, ci si accorge che forse non esiste una vera e propria bibliografia, ma solo un insieme di frammentarie informazioni che tra di loro combinate, danno poi quelle note e quei cenni storici che spesso troviamo riportati in opuscoli, relazioni, ecc., ma in questa fase ci limiteremo sostanzialmente ad evidenziare che il nostro territorio è ricco di opere di pregevole fattura artistica e culturale, principalmente per quanto attiene al patrimonio religioso. Esso infatti annovera numerose chiese.
Rombiolo:
Centro agricolo situato alle falde dell’altipiano del Monte Poro, si estende su un territorio di 22,81 Kmq, con una popolazione residente di n. 4870 abitanti.
Il suo territorio confina con i comuni di Filandari, Limbadi, Nicotera, San Calogero, Spilinga e Zungri.
L'etimologia del nome è incerta, dagli studi finora fatti si ritiene che derivi dal termine rhombiolus, diminuitivo di rhombus, rombo.
La denominazione, però, potrebbe essere legata anche alla parola greca rombos, trottola.
L'abitato è posto sulla testa del torrente Marino. Si vuole già esistente nel IX secolo, allorquando, per sfuggire ai pericoli delle invasioni saracene, un gruppo di profughi di Meduca vi accorse per chiedere asilo.
Negli anni seguenti il villaggio rientrò nella giurisdizione di Mesiano della quale seguì le sorti. La sua nascita fu il frutto della riorganizzazione territoriale voluta dai Normanni che incoronò Mileto sede vescovile.
L'obiettivo del conte Ruggero di latinizzare la regione incise profondamente sulle realtà locali fino ad allora sottomesse a Bisanzio.
Questo perché la politica dei Normanni prevedeva la creazione di nuovi nuclei abitativi. E' in questo periodo, infatti, che si trovano le prime notizie del centro.
Rombiolo fu feudo dei Ruffo fino al 1442 e del despota di Romania Leonardo di Tocco. Nel 1494 fu incamerata nel regio demanio.
Sette anni dopo 1501 fu acquistato da Ettore Pignatelli, duca di Monteleone.
La legge francese del 19 gennaio 1807 elevò il centro a luogo nel governo di Tropea.
Con il riordino amministrativo sancito dal decreto del 4 maggio 1811, Rombiolo divenne comune e quindi fu trasferito nella giurisdizione di Mileto.
Venivano assegnate le frazioni di Presinaci, Orsigliadi, Garavati, Moladi, e Pernocari. Per effetto della legge del 1 maggio 1816, istitutiva della nuova provincia di Reggio Calabria, gli venne assegnata la borgata di Pernocarello.
Il Decreto così recita: “ Stemma d’oro all’olivo di verde, fruttato d’argento, nodrito nella campagna di verde, addestrato da quattro spighe di frumento d’azzurro, la più vicina al tronco dell’olivo attraversata dall’agnello rivoltato, pascente, d’argento; e sinistrato dalla vacca di bianco pezzata di nero. Ornamenti esteriori da Comune”.
Nel 1867 il convento fu soppresso finendo tra le proprietà del Comune, nel 1893 venne ridato ai frati Cappuccini.
Sull'altare marmoreo, con placche d'oro è stato posizionato un crocifisso, lungo le pareti della navata la via Crucis.
Nella frazione di Presinaci oltre alla chiesa della Madonna del Lume, di recente realizzazione, ad un'unica navate, ha l'ingresso preceduto da un piccolo portico a tempietto, vi è la chiesa del Rosario di antica realizzazione ed in ottime condizioni di conservazione .
Dell'antico eremo sono visibili le mura perimetrali, le arcate delle scale e un sedile esterno, detto belvedere.
Profonde ed importanti sono le radici di un centro, farle riaffiorare significa riscoprirle per prenderne coscienza, ritrovare la propria ricchezza culturale nella conoscenza di un patrimonio fatto di tradizioni spesso ormai affidate solo al filo della memoria di qualche anziano.
Ciò che il museo della civiltà contadina intende offrire è un alzare il velo del tempo per guardare con occhi nuovi gli oggetti di una forse neanche troppo antica quotidianità e tramite essi risalire con la mente ad un "modus vivendi" antico.
Le visite guidate al museo hanno lo scopo di far conoscere gli oggetti ed al tempo stesso le tradizioni e le arti contadine.
L'impianto del museo è strutturato non tanto prediligendo l'iconografia dell'opera, quanto lo strumento di lavoro, di vita, di sopravvivenza, che diventa testimonianza del proprio tempo e della propria cultura.
Si possono ammirare nel museo gli oggetti a cui rifarsi per ritornare a quella manualità antica, millenaria, tenace ed austera, che ci riporta ad antiche memorie, oggi con la cultura del consumismo solo sfiorate, testimonianza di una vera e propria arte povera, umile espressione, nella sua funzionalità, dell'estetica della civiltà rurale di Rombiolo.
Nella creazione del museo si è cercato di conservare usi e costumi della civiltà contadina, affinché ciò possa rendere testimonianza all'uomo della sua storia quotidiana.
Una storia quella di Rombiolo lontana dai grandi avvenimenti politico-militari, priva di spazio sui libri di testo perché ingiustamente considerata minore, ma non per questo però meno vissuta e meno importante.
Gli oggetti sono esposti entro bacheche, altri sono poggiati a terra, altri ancora appesi alle pareti, essi sono corredati da didascalie che ne riportano i nomi e a volte la spiegazione sulla funzione d'uso.
La scelta di documentare questa attività anche artigianale corrisponde alla particolarità della storia economica e sociale di Rombiolo, che all'interno della civiltà rurale del Poro, ha rappresentato invece un momento di equilibrio tra economia agricola, attività artigianali e persistenza del patrimonio naturalistico. Quest'equilibrio ha consentito di sviluppare un tessuto artigianale, di maggior spessore. Nel museo si trovano documenti materiali di mestieri che sottolineano l'eccellenza e la particolarità dell'artigianato di Rombiolo, dall'ebanisteria, al ferro battuto, ai telai.
La Cultura
Il Premio di arte e cultura denominato “Il telaio”, è stato istituito per richiamare il profondo legame del territorio del Comune di Rombiolo con l’arte della tessitura, una secolare tradizione ancora viva e rimasta intatta nel tempo, per riaffermare antropologicamente e simbolicamente il significato e il valore del “tessere”: i rapporti tra gli individui, il territorio e le genti, fondamentali per una civiltà democratica, espressi emblematicamente attraverso il richiamo etimologico al “testo” (textus) che ha dato vita all’arte e alla cultura, indicando, al contempo l’origine di una tradizione e l’identità dell’individuo e il legame con il territorio.
Di notevole importanza le pubblicazioni curate o patrocinate nel tempo dall'Amministrazione Comunale:
- Lotte politiche e sociali e sviluppo economico e civile di una comunità agraria nel Mezzogiorno moderno e contemporaneo: ROMBIOLO di Di Bella-Restifo-D'Amico edito da Rubettino - Soveria Mannelli
- Rombiolo anni 80 - di S. Di Bella edito da Rubbettino- Soveria Mannelli
- Le terre bianche bianche di Rombiolo di Saverio di Bella edito da Pellegrini Editore (CS)-
- "Na sirata d’arricordare" e "Pergulitu di penzeri" (Raccolte di poesie in vernacolo partecipanti alle varie rassegne di poesia dialettale, promosse dal Circolo Culturale “Don Mazza” di Pernocari.
- Il dovere di ricordare di Michele Capone -
- Il Normanno ’85 Opera monografica su Rombiolo “Raccolta di immagini e momenti storici
Economia
Le entrate economiche di Rombiolo provengono essenzialmente dall'agricoltura (grano e olio) e dalla pastorizia, famosa è la produzione del pecorino del Monte Poro realizzato utilizzando il latte proveniente dagli allevamenti ovini e caprini locali dell'Altopiano del Poro.
Poco lontano dal centro abitato è stata realizzata un'area industriale di circa
Per quanto riguarda l'artigianato locale c'è ancora chi Tesse al telaio, chi forgia il ferro battuto o lavora il legno in caratteristiche botteghe.
Numerose sono comunque le attività artigianali presenti sul territorio, dall’edilizia alla realizzazione di infissi in legno, in ferro o altri materiali
Altre aziende sono il fiore all’occhiello della realtà imprenditoriale e artigianale di Rombiolo, quali: Pernopasta - Legno Parquet, allevamenti di bestiame;
Eventi religiosi a Rombiolo
Festa di San Michele Arcangelo: Patrono di Rombiolo
Festa di San Sebastiano: Patrono di Pernocari
Festa di San Nicola: Patrono di Moladi
Festa della Madonna del Lume: Patrona di Presinaci
Festa dell’Immacolata: Patrono di Garavati
Festa di San Raffaele Arcangelo: Patrono di Orsigliadi
I riti religiosi collegati ai suddetti eventi sono coronati e seguiti da manifestazioni civili che prevedono spettacoli musicali e fuochi d'artificio.
Le sagre più rappresentative sono:
- Sagra della Patata, nella frazione Pernocari;
- Festa dell’Emigrante, in Rombiolo Capoluogo.
- Sagra del Maiale, nella frazione Presinaci.
In auto:
- da nord: A3 SA-RC uscita S.Onofrio – SS 18 fino al Campo d’aviazione, proseguimento su Provinciale per Tropea fino a Mesiano - Provinciale per Rombiolo;
- da sud: A3 SA-RC uscita Rosarno - SS 18 fino al Campo d’aviazione, proseguimento su Provinciale per Tropea fino a Mesiano - Provinciale per Rombiolo;
In treno: FS a lunga o media percorrenza stazione di Vibo/Pizzo o Rosarno.
In aereo: Aereoporto di Lamezia Terme o Reggio Calabria.
Autobus: da Vibo Valentia e Nicotera.
Municipio: Rombiolo Via Carlo Marx, 17 (a 460 slm) |
Ubicazione: dista
Distanza dal mare: a
Superficie: 22,81 kmq
Altimetria: da
Comuni limitrofi: Limbadi, San Calogero, Spilinga, Filandari, e Zungri.