Storia

Rombiolo è un comune calabrese di oltre 4.900 abitanti che si trova in provincia di Vibo Valentia.
Situato a circa 470 metri sopra il livello del mare, prende il nome dalla zona in cui sorge, che è ricca di rovi. 
Le origini dell'abitato sono molto antiche, anche se non vi sono testimonianze certe sulla sua fondazione. 
L'economia è tipicamente agricola e molti abitanti sono dediti all'allevamento di bovini ed ovini. 
San Michele Arcangelo, festeggiato il 29 settembre, è il patrono di Rombiolo.

 Note Storiche
 Sarebbe opportuno rievocare, anche se sommariamente, le note storiche sul nostro comune, anche se attraverso studi e ricerche, ci si accorge che forse non esiste una vera e propria bibliografia, ma solo un insieme di frammentarie informazioni che tra di loro combinate, danno poi quelle note e quei cenni storici che spesso troviamo riportati in opuscoli, relazioni, ecc., ma in questa fase ci limiteremo sostanzialmente ad evidenziare che il nostro territorio è ricco di opere di pregevole fattura artistica e culturale, principalmente per quanto attiene al patrimonio  religioso.  Esso infatti annovera numerose  chiese.

Rombiolo:

Centro agricolo situato alle falde dell’altipiano del Monte Poro, si estende su un territorio di 22,81 Kmq, con una popolazione residente di n. 4870 abitanti.

Il suo territorio confina con i comuni di Filandari, Limbadi, Nicotera, San Calogero, Spilinga e Zungri.

L'etimologia del nome è incerta, dagli studi finora fatti si ritiene che derivi dal termine rhombiolus, diminuitivo di rhombus, rombo.

La denominazione, però, potrebbe essere legata anche alla parola greca rombos, trottola.

L'abitato è posto sulla testa del torrente Marino. Si vuole già esistente nel IX secolo, allorquando, per sfuggire ai pericoli delle invasioni saracene, un gruppo di profughi di Meduca vi accorse per chiedere asilo.

Negli anni seguenti il villaggio rientrò nella giurisdizione di Mesiano della quale seguì le sorti. La sua nascita fu il frutto della riorganizzazione territoriale voluta dai Normanni che incoronò Mileto sede vescovile.

L'obiettivo del conte Ruggero di latinizzare la regione incise profondamente sulle realtà locali fino ad allora sottomesse a Bisanzio.

Questo perché la politica dei Normanni prevedeva la creazione di nuovi nuclei abitativi. E' in questo periodo, infatti, che si trovano le prime notizie del centro.

Rombiolo fu feudo dei Ruffo fino al 1442 e del despota di Romania Leonardo di Tocco. Nel 1494 fu incamerata nel regio demanio.

Sette anni dopo 1501 fu acquistato da Ettore Pignatelli, duca di Monteleone.

La legge francese del 19 gennaio 1807 elevò il centro a luogo nel governo di Tropea.

Con il riordino amministrativo sancito dal decreto del 4 maggio 1811, Rombiolo divenne comune e quindi fu trasferito nella giurisdizione di Mileto.

Venivano assegnate le frazioni di Presinaci, Orsigliadi, Garavati, Moladi, e Pernocari. Per effetto della legge del 1 maggio 1816, istitutiva della nuova provincia di Reggio Calabria, gli venne assegnata la borgata di Pernocarello.

             Nel 1983,  l’ente si è dotato di un proprio stemma comunale, approvato e concesso con decreto  datato 26 ottobre 1983 dell’allora  Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

      Il Decreto così recita: “ Stemma d’oro all’olivo di verde, fruttato d’argento, nodrito nella campagna di verde, addestrato da quattro spighe di frumento d’azzurro, la più vicina al tronco dell’olivo  attraversata dall’agnello rivoltato, pascente, d’argento; e sinistrato dalla vacca di bianco pezzata di nero. Ornamenti esteriori da Comune”.

     Rombiolo e i suoi antichi quartieri (oggi frazioni) possiede, grazie alle numerose chiese, un patrimonio artistico religioso di inestimabile valore. Una testimonianza importante infatti è data dal complesso monastico dei Padri Cappuccini,  noto come anche "convento dei quartieri" edificato sulla la via provinciale che da Pernocari porta a Rombiolo, già dei Frati Minimi, con portichetto rustico, con la presenza, all’interno della chiesa di Sant'Antonio di un antico altare in legno che vale la pena di ammirare unitamente a numerose altre decorazioni lignee, con particolare riguardo al tabernacolo realizzato da frate Francesco da Pernocari secolo XVIII. Altre opere degne di ammirazione sono: l'altare marmoreo dedicato a Sant'Antonio, su cui è collocata la statua del santo in legno; l'altare in legno intagliato da Fra Daniele da Scilla del XVII-XVIII, con colonne laterali alla cui base sono raffigurati lo stemma di San Francesco; due tele raffiguranti la Sacra Famiglia, opera di Francesco Antonio Mergola da Monteleone Calabro e l'Incoronazione di Maria da parte della SS Trinità, questa di autore ignoto viene datata 1750;  affresco raffigurante Il Crocefisso degli Angeli, pittura ad affresco con rifiniture ad olio che si trova ubicata su un muro sotto l'arcata del chiostro, risalente al XVII.

 Il complesso monastico fu costruito su un podere donato da un certo Vincenzo Figliozzi ed originariamente fu intitolato alla Madonna delle Consolazione per prendere, poi il nome della Madonna degli Angeli.

Nel 1867 il convento fu soppresso finendo tra le proprietà del Comune, nel 1893 venne ridato ai frati Cappuccini.

 Altri edifici religiosi sono la Chiesa di San Michele Arcangelo detta chiesa Matrice, (recentemente egregiamente ristrutturata) dove nella facciata, edificata circa nel 1700, si apre un portale sormontato da un affresco raffigurante San Michele Arcangelo e affiancato da due colonne con capitello corinzio.

 Nel secondo ordine del prospetto c'è un timpano spezzato che racchiude una vetrata su cui spiccano delle colombe in volo, ai lati in alto si levano due campanili a vela, l'interno è a navata unica, tipico delle chiese dei piccoli centri.

Sull'altare marmoreo, con placche d'oro è stato posizionato un crocifisso, lungo le pareti della navata la via Crucis.

 Altro esempio è la chiesa della Madonna del Rosario, edificata nel 1860, e sopraelevata rispetto al livello stradale, con, posizionata sopra il portale una nicchia contenente la Madonna con due figure di santi inginocchiati.

 Elemento innovativo l'inserimento nel piccolo timpano triangolare dell'orologio, ai lati due ambienti per le campane in bronzo.

 Continuando l'itinerario artistico religioso del comune di Rombiolo, troviamo la Chiesa di Maria S.S. Immacolata, la cui costruzione si fa risalire al 1310, si trova ubicata nella frazione Garavati, e proseguendo verso la frazione di Moladi, la chiesa di San Nicola con copertura a timpano triangolare con orologio centrale, e con il campanile sulla destra.

 Nella frazione di Pernocari è ubicata la chiesa dell'Immacolata conosciuta anche con il nome di chiesa di San Sebastiano la sua edificazione viene fatta risalire al 1800 circa, ad un'unica navata , ricca all'interno di opere lignee.

 Altra chiesa ubicata in Pernocari e quella di Santa Filomena, ricostruita dopo il terremoto del 1783, pregevole nel suo interno con tetto a capanna con soffitto a capriate  lignee.

Nella frazione di Presinaci oltre alla chiesa della Madonna del Lume, di recente realizzazione, ad un'unica navate, ha l'ingresso preceduto da un piccolo portico a tempietto, vi è la chiesa del Rosario di antica realizzazione ed in ottime condizioni di conservazione .

 Nella frazione di Orsigliadi la Chiesa di San Raffaele edificata nel 1653, custodisce al suo interno pregevoli esempi di arte del legno.

 Nel territorio del comune di Rombiolo, e precisamente su un 'altura, lungo la strada che collega Presinaci a Pernocari. Si trovano  i  ruderi del convento di Sant'Agostino.

Dell'antico eremo sono visibili le mura perimetrali, le arcate delle scale e un sedile esterno, detto belvedere.

 Molti altri sono i palazzi presenti sul territorio, il Palazzo Prestia costruito nel XVII su due livelli con un portale in pietra sormontato dallo stemma di famiglia. Palazzo Massara, oggi centro di aggregazione sociale e casa di riposo per anziani, conserva un portale con stemma. Palazzo De Lorenzo si eleva su due livelli ubicato nella frazione Presinaci. Palazzo De Siena, all’interno del quale è ubicato il Museo della civiltà Contadina di Rombiolo.

 Il centro storico e le sue frazioni con i primi nuclei aggregativi dimostrano una caratteristica espansione movimentata dalle tante viuzze, vichi e sottopassi  che si integrano con un susseguirsi di scorci naturalistici, con la presenza lungo le strade di numerosi ed antichi lavatoi, dove ancora oggi come nell’antichità le donne lavano i panni.

In ogni borgo o frazione è presente il calvario, elemento tipico della fede cristiana a cui è demandata la protezione del centro dal maligno;

       Nella frazione di Presinaci, un’opera in bronzo su parete in muratura rivestita in pietra e realizzata dall'artista Lorenzo Albino di Tropea, rappresenta un monumento alla civiltà contadina.

 Altre opere artistiche di pregevole fattura sono state recentemente posizionate in punti strategici del Capoluogo e delle frazioni. Il riferimento va principalmente alla statua di San Sebastiano Martire posizionata nel Piazzale antistante le Scuole della Frazione Pernocari e alla statua in bronzo di San Michele Arcangelo – patrono di Rombiolo – posizionata in un’area appositamente destinata ed adeguatamente urbanizzata  in un punto strategico del nostro Capoluogo.

             Altra opera di pregevole fattura è una statua in bronzo raffigurante il Cristo Risorto, realizzata dall’artista locale Nino Forestieri e posizionata sulla scalinata della Chiesa del Rosario.

             Ultima in ordine di realizzazione è l’opera pittorica realizzata ad olio su tela delle dimensioni di metri 3,40 x 2,60 dall’artista nostro concittadino Pasquale Restuccia e raffigurante i “Gesti della Memoria”. Detta opera è stata posizionata in modo permanente all’interno della sala consiliare.

             Da non trascurare a Rombiolo la tradizione per le innumerevoli risorse idriche e per la presenza di svariate fontane pubbliche, alcune di esse adibite anche a lavatoi pubblici, come la Fontana vecchia di Moladi, quelle di Rombiolo, di Orsigliadi, di Pernocari e di Presinaci.

 

La civiltà Contadina

               Nella frazione Presinaci è ubicato un museo della Civiltà Contadina. Ad ospitarlo è l’antico palazzo De Siena ed è il risultato delle ricerche e dell'attività di recupero storico svolte, all'interno della civiltà rurale-agricola-contadina di Rombiolo, molti sono infatti coloro che a vario titolo hanno collaborato e collaborano tuttora con il Museo.

            Profonde ed importanti sono le radici di un centro, farle riaffiorare significa riscoprirle per prenderne coscienza, ritrovare la propria ricchezza culturale nella conoscenza di un patrimonio fatto di tradizioni spesso ormai affidate solo al filo della memoria di qualche anziano.

        Il passato di ogni collettività è l'identità storica. Perderne le tracce significherebbe svuotare l'identità del senso e del tempo, dei migliori insegnamenti che la storia locale può darci.

Ciò che il museo della civiltà contadina intende offrire è un alzare il velo del tempo per guardare con occhi nuovi gli oggetti di una forse neanche troppo antica quotidianità e tramite essi risalire con la mente ad un "modus vivendi" antico.

Le visite guidate al museo hanno lo scopo di far conoscere gli oggetti ed al tempo stesso le tradizioni e le arti contadine.

L'impianto del museo è strutturato non tanto prediligendo l'iconografia dell'opera, quanto lo strumento di lavoro, di vita, di sopravvivenza, che diventa testimonianza del proprio tempo e della propria cultura.

Si possono ammirare nel museo gli oggetti a cui rifarsi per ritornare a quella manualità antica, millenaria, tenace ed austera, che ci riporta ad antiche memorie, oggi con la cultura del consumismo solo sfiorate, testimonianza di una vera e propria arte povera, umile espressione, nella sua funzionalità, dell'estetica della civiltà rurale di Rombiolo.

Nella creazione del museo si è cercato di conservare usi e costumi della civiltà contadina, affinché ciò possa rendere testimonianza all'uomo della sua storia quotidiana.

Una storia quella di Rombiolo lontana dai grandi avvenimenti politico-militari, priva di spazio sui libri di testo perché ingiustamente considerata minore, ma non per questo però meno vissuta e meno importante.

Gli oggetti sono esposti entro bacheche, altri sono poggiati a terra, altri ancora appesi alle pareti, essi sono corredati da didascalie che ne riportano i nomi e a volte la spiegazione sulla funzione d'uso.

La scelta di documentare questa attività anche artigianale corrisponde alla particolarità della storia economica e sociale di Rombiolo, che all'interno della civiltà rurale del Poro, ha rappresentato invece un momento di equilibrio tra economia agricola, attività artigianali e persistenza del patrimonio naturalistico. Quest'equilibrio ha consentito di sviluppare un tessuto artigianale, di maggior spessore. Nel museo si trovano documenti materiali di mestieri che sottolineano l'eccellenza e la particolarità dell'artigianato di Rombiolo, dall'ebanisteria, al ferro battuto, ai telai.

 La schedatura degli attrezzi conservati nel museo realizzata attraverso una scheda elaborata direttamente anche con l'ausilio dal gruppo di ricerca e raccolta di testimonianze orali di alcuni anziani artigiani locali che hanno consentito di inquadrare in maniera diversa i materiali raccolti nel museo.

La Cultura

Il Premio di arte e cultura  denominato “Il telaio”, è stato istituito per richiamare il profondo legame del territorio del Comune di Rombiolo con l’arte della tessitura, una secolare tradizione ancora viva e rimasta intatta nel tempo, per riaffermare antropologicamente e simbolicamente il significato e il valore del “tessere”: i rapporti tra gli individui, il territorio e le genti, fondamentali per una civiltà democratica, espressi emblematicamente attraverso il richiamo etimologico al “testo” (textus) che ha dato vita all’arte e alla cultura, indicando, al contempo l’origine di una tradizione e l’identità dell’individuo e il legame con il territorio.

      L’istituzione del premio “Il Telaio” è stata per l’amministrazione comunale una fase importante dell’operato amministrativo, attraverso la quale ha potuto esprimere lo spirito ed evidenziarne le finalità con le  quali è stato possibile creare le condizioni per diffondere i principi e i valori umani e culturali essenziali per una crescita etico-civile della società calabrese e in particolar modo delle nostre nuove generazioni.

        Di notevole importanza le pubblicazioni curate o patrocinate nel tempo dall'Amministrazione Comunale:

- Lotte politiche e sociali e sviluppo economico e civile di una comunità agraria nel Mezzogiorno moderno e contemporaneo: ROMBIOLO di Di Bella-Restifo-D'Amico edito da Rubettino - Soveria Mannelli

- Rombiolo anni 80 - di S. Di Bella edito da Rubbettino- Soveria Mannelli

- Le terre bianche bianche di Rombiolo di Saverio di Bella edito da Pellegrini Editore (CS)-

- "Na sirata d’arricordare" e "Pergulitu di penzeri" (Raccolte di poesie in vernacolo partecipanti alle varie rassegne di poesia dialettale, promosse dal Circolo Culturale “Don Mazza” di Pernocari.

- Il dovere di ricordare di Michele Capone -

- Il Normanno ’85 Opera monografica su Rombiolo “Raccolta di immagini e momenti storici

 - "TU DEVI UCCIDERE" di Serafino Castagna - A cura di G.Floriani e G.Luciano
         con prefazione di Enzo Ciconte - Edito da Ass.Culturale APOIKIA - Vibo Valentia

Economia

Le entrate economiche di Rombiolo provengono essenzialmente dall'agricoltura (grano e olio) e dalla pastorizia, famosa è la produzione del pecorino del Monte Poro realizzato utilizzando il latte proveniente dagli allevamenti ovini e caprini locali dell'Altopiano del Poro.

Poco lontano dal centro abitato è stata realizzata un'area industriale di circa 3 Ha sulla quale gravitano numerosi insediamenti produttivi. Tra questi, aziende per la lavorazione di carni (Cooperporo agricola), molitura di cereali (Mulino Corigliano), materiali per l’edilizia (Restuccia), metallurgiche (GAM), edili (CooperPoro Edile), " falegnamerie, assemblaggio di lampadari ecc. 

Per quanto riguarda l'artigianato locale c'è ancora chi Tesse al telaio, chi forgia il ferro battuto o lavora il legno in caratteristiche botteghe.

Numerose sono comunque le attività artigianali presenti sul territorio, dall’edilizia alla realizzazione di infissi in legno, in ferro o altri materiali

Altre aziende sono il fiore all’occhiello della realtà imprenditoriale e artigianale di Rombiolo, quali: Pernopasta - Legno Parquet, allevamenti di bestiame;


Eventi religiosi a Rombiolo

Festa di San Michele Arcangelo: Patrono di Rombiolo

Festa di San Sebastiano: Patrono di Pernocari

Festa di San Nicola: Patrono di Moladi

Festa della Madonna del Lume: Patrona di Presinaci

Festa dell’Immacolata: Patrono di Garavati

Festa di San Raffaele Arcangelo: Patrono di Orsigliadi

I riti religiosi collegati ai suddetti eventi  sono coronati e seguiti da manifestazioni civili che prevedono spettacoli musicali e fuochi d'artificio.

  Estate Rombiolese, all’interno della quale ogni anno, nei mesi di luglio e agosto vengono programmate una serie di manifestazioni culturali e di intrattenimento con l’ausilio delle associazioni locali operanti sul territorio.

Le sagre più rappresentative sono:

- Sagra della Patata, nella frazione Pernocari;

- Festa dell’Emigrante,  in Rombiolo Capoluogo.

- Sagra del Maiale, nella frazione Presinaci.

 Come arrivarci:

In auto:

- da nord: A3 SA-RC uscita S.Onofrio – SS 18 fino al Campo d’aviazione, proseguimento su Provinciale per Tropea fino a Mesiano - Provinciale per  Rombiolo

- da sud: A3 SA-RC uscita Rosarno - SS 18 fino al Campo d’aviazione, proseguimento su Provinciale per Tropea fino a Mesiano - Provinciale  per  Rombiolo

In treno: FS a lunga o media  percorrenza  stazione di Vibo/Pizzo o Rosarno.

In aereo: Aereoporto di Lamezia Terme o Reggio Calabria.

Autobus: da Vibo Valentia e Nicotera.

Municipio: Rombiolo Via Carlo Marx, 17 (a 460 slm)
Abitanti:
Sono detti Rombiolesi o “rumbioloti”
Cognomi diffusi: Contartese, Arena, Ferraro, Mazzeo, Pata, Restuccia, Crudo, Maccarone
CAP: 89841 – Mercato settimanale: Giovedì
Festa Patronale: San Michele Arcangelo il 29 settembre

Ubicazione: dista 16 km da Vibo
Distanza dal mare:
a
16 Km
Superficie
: 22,81 kmq
Altimetria: da
266 a631 metri slm
Comuni limitrofi: Limbadi, San Calogero,
Spilinga, Filandari, e Zungri.




 

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